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A che punto siamo sui nuovi farmaci?

I nuovi farmaci per la terapia del sovrappeso complicato e dell'obesità sono molecole già utilizzate per la terapia del diabete tipo 2 (liraglutide, semaglutide, tirzepatide). In Italia ad oggi per la terapia dell'eccesso ponderale si può utilizzare solo la liraglutide, ma in breve tempo (subito prima o subito dopo l'estate) dovrebbero arrivare altre due molecole, già in uso negli USA ed in alcune nazioni europee (semaglutide, tirzepatide). Nei mesi scorsi le notizie su questi farmaci sono più volte apparse sulla stampa sia generalista sia scientifica, e la più che autorevole rivista Science ha definito questi farmaci "la scoperta del 2023". Ma a che punto siamo davvero nella conoscenza di questa nuova terapia? Provo ad affrontare i punti più interessanti. 

1) come funzionano? riducono il senso di fame e danno sazietà precoce, portano quindi le persone a mangiare poco spontaneamente, senza la fatica della dieta. Va messo in conto che c'è un circa 10% di pazienti che devono interrompere la cura per gli effetti collaterali (vedi sotto) e circa un altro 10% che non risponde alle cure

2) quanto peso si può perdere? la perdita di peso attesa varia a seconda delle molecole. La liraglutide, la molecola più vecchia e forse per questo la meno interessante, è in grado di fornire una perdita di circa l'8-10% dei chili totali di peso: se peso 100 chili in media mi devo aspettare di perdere circa 10 chili. La semaglutide arriva al 15% e la tirzepatide offre qualcosa di più. In un confronto con la chirurgia bariatrica, si deve considerare che il calo offerto dalla chirurgia è di circa il 30% del peso totale, forse poco di più. Sono però in fase di studio altre molecole che sembrano offrire un calo ponderale maggiore rispetto ai farmaci oggi in uso

3) quali effetti collaterali? i più comuni sono nausea e stitichezza. Sono possibili, ma meno frequenti, vomito, reflusso gastroesofageo, diarrea, cefalea, stanchezza. Il calo di peso importante può produrre calcoli della colecisti, con quindi possibile (rarissime) colecistite e pancreatite. Mesi fa si è fatto un gran parlare di rischio di tumore della tiroide e di aumentato rischio di suicidio. Il primo rischio (tumore della tiroide) è stato assolutamente escluso da EMA (agenzia del farmaco europea) e da AIFA (agenzia del farmaco italiana), mentre in merito al secondo (rischio di suicidio) è appena uscito uno studio che ha coinvolto quasi due milioni di pazienti, e che ha escluso l'aumento di suicidio in pazienti in terapia con semaglutide

4) sostituiscono la chirurgia? per ora assolutamente no. Considerata la perdita di peso attesa, è chiaro che ad una persona di 85 chili perdere 8-10 chili può servire tantissimo, mentre ad una persona di 130 chili perdere 13-15 chili serve forse a migliorare gli esami del sangue, ma non è sufficiente a considerare il paziente fuori dal problema obesità. Questi farmaci possono però essere un'arma molto utile, o per fare perdere peso prima dell'intervento, oppure per fare perdere 10 chili a chi è stato operato, dopo qualche anno ha recuperato un po' di chili e non vuole correre il rischio di dovere subire in futuro un secondo intervento

5) li passa il sistema sanitario nazionale? purtroppo no, solo per le persone affette da diabete tipo 2 questi farmaci possono essere prescritti all'interno di un piano terapeutico, e quindi a carico del sistema sanitario nazionale, . Per le persone con sovrappeso complicato o obesità il farmaco è a carico del paziente, ed il prezzo è alto. Semaglutide oggi non è in vendita in Italia, lo sarà a breve, il prezzo finale non lo si conosce, ma negli USA la terapia di un mese arriva a costare 1200 dollari, mentre in Svizzera fra i 500 ed i 600 euro. Ovviamente si spera che in Italia il prezzo sarà più basso, ma di quanto è impossibile prevederlo 

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